[004] MAGIC HISTORY – Dominaria [1a Parte]

DOMINARIA: La storia ha inizio!

a cura di Francesco Cambilargiu

Sono passati sessant’anni dalla Riparazione, duecentosessanta dalla Seconda Venuta di Karona, trecentosessanta dall’Invasione Phyrexiana, e Dominaria è riuscita finalmente a risorgere dalle sue ceneri. Ma i popoli del piano sono minacciati da un nuovo nemico: la rinnovata Cabala del demone Belzenlok. Qualche tempo dopo la morte di Karona, la Cabala, l’antico culto del continente di Otaria che venerava il dio Kuberr, sembrava essersi sciolta, ma Belzenlok è riuscito a rifondarla, ed ha spedito i suoi seguaci in giro per il mondo alla ricerca di potenti artefatti. Al sicuro all’interno della Fortezza ricostruita che un tempo era appartenuta agli evincari di Rath, Belzenlok si è impegnato a modificare la Storia di Dominaria, appropriandosi di titoli appartenuti ad entità malefiche phyrexiane e dominariane. Fato degli Stolti (Tevesh Szat), Signore delle Lande Desolate (Yawgmoth), Progenie dell’Oscurità (Kuberr), Maestro della Mano d’Ebano (Tourach) e Patriarca Eterno della Cabala (Virot Maglan, il Patriarca della Cabala). A contrapporsi al dominio della Cabala, troviamo la Chiesa del Nuovo Ordine di Serra di Nuova Benalia, creata circa mezzo millennio fa dai profughi scampati alla distruzione del Reame da parte di Yawgmoth, l’Accademia di Tolaria Occidentale, e Jhoira, la quale ha un piano per eliminare una volta per tutte il pericoloso demone: ricostruire la Nave Volante Cavalcavento ed arruolare un nuovo equipaggio.

TianaUna volta recuperato il relitto della nave, affondato al largo delle coste di Urborg, più di trecento anni fa, Jhoira ha lasciato ad alcuni suoi colleghi artefici e ad un angelo guardiano chiamato Tiana (che sembra avere una curiosa affinità con la nave) il compito di ricostruire le parti meccaniche della nave, in attesa che il seme donato da Molimo ricostruisca lo scafo in legno, ed è partita per reclutare gli eredi dei due eroici capitani che avevano comandato la nave durante la ricerca dei pezzi dell’Eredità: Sisay e Gerrard Capashen. La prima tappa di Jhoira è Suq’ata, una delle città di Jamuraa che un tempo confinava con Zhalfir, e lì incontra Shanna Sisay, discendente della leggendaria capitana e nemica giurata della Cabala. Le due donne vanno subito d’accordo, e dopo solo qualche ora, Shanna conferma a Jhoira di voler servire a bordo della Cavalcavento, anche se il ruolo di capitana andrà all’artefice, che per prima l’aveva comandata ai tempi in cui lavorava con Urza. Il loro rapporto si rafforza durante il viaggio via nave che le porta a Città di Benalia (Benalia City), dove però Jhoira riceve un secco rifiuto da parte di Danitha Capashen, discendente di Gerrard, troppo legata a Benalia per rompere il suo giuramento di proteggerla dalla Cabala. Prima della partenza, però, le due donne vengono raggiunte dal fratello di Danitha, Rafwyn (detto Raff), che afferma di essere un mago piuttosto abile e di essere disposto a prendere il posto della sorella.
Quando i tre tornano alla Cavalcavento, ormai quasi completamente ricostruita, scoprono che l’affinità di Tiana è tale che l’angelo è completamente a suo agio nella sala macchine, e Jhoira decide di arruolarla. Assieme a lei, viene arruolato anche Arvad, un cavaliere di Benalia che è stato vampirizzato da un Sengir e che, vicino alla Pietra del Potere della Cavalcavento caricata di mana bianco, la sua resistenza alla luce solare aumenta, e la sua sete di sangue si riduce notevolmente, tanto che, nei giorni in cui ha fatto la guardia alla nave (addirittura aiutando Tiana ad affrontare una fenice selvatica), non ha mai dimostrato di volersi nutrire dei suoi nuovi alleati.
Ma perché Tiana, che è un angelo, una delle creature meno amanti della tecnologia e degli artefatti esistenti nel Multiverso, sembra avere tanta affinità con la nave? Per scoprirlo, occorre tornare indietro di qualche tempo, al giorno in cui Tiana venne al mondo. Tiana è stata originata dalle preghiere dei cittadini di Città di Benalia che desideravano un angelo che proteggesse una particolare macchina idraulica. Sfortunatamente, il giorno stesso la macchina venne distrutta dalla Cabala, e lei si è trovata d’improvviso senza uno scopo. Quando la Chiesa ha scoperto che Jhoira stava ricostruendo la Cavalcavento (considerata sacra poiché la pietra del potere che era nel suo motore è stata caricata con il mana del Reame di Serra), Lyra Dawnbringer, l’angelo a capo della Chiesa ha deciso di mandare Tiana a fare la guardia alla nave, così da darle nuovamente uno scopo, e anche un po’ per togliersela di torno. Da quel momento, la mente dell’angelo si è aperta a tutta quelle serie di conoscenze innate che secondo lei sono state inviate da Serra e che le hanno permesso di riattivare la Pietra del Potere della Cavalcavento.
Prima di continuare, facciamo un ulteriore passo indietro, e torniamo su Amonkhet, durante l’Era della Rovina, quando i Guardiani (Jace, Liliana, Chandra, Gideon e Nissa), una volta ucciso Razaketh, si trovano ad affrontare Nicol Bolas in persona. Jace, colpito dal drago, viene inviato su Ixalan dalla magia di Ugin, mentre gli altri, uno ad uno, vengono umiliati e costretti a fuggire su Dominaria, dove Ajani aveva dato loro appuntamento per radunare alleati. La battaglia contro Bolas ha però infranto il sogno di invincibilità dei Guardiani, e sia Nissa che Chandra decidono di prendersi una pausa, perché non si fidano più di Liliana e perché temono che lei le porterà alla morte per distruggere Belzenlok. Gideon è troppo malandato per convincerle a rimanere, e Liliana è costretta a trascinarselo dietro fino al villaggio che un tempo ospitava il Maniero Vess. Qui, i due planeswalker scoprono che la Cabala ha invaso anche questo pezzo di Benalia, e che a guidarla c’è Josu, trasformato in lich da Belzenlok durante un rituale avvenuto nel Maniero. Grazie al demone, il fratello di Liliana ha smesso di essere un non morto violento e guidato da una furia cieca, e si è tramutato in un lich freddo e calcolatore.

RavenmanLiliana tenta addirittura di contattare l’Uomo Corvo per ottenere da lui qualche risposta sul proprio passato, sul motivo per cui l’ha voluta rendere una planeswalker ingannandola per provocare la non-morte del fratello, ma il misterioso personaggio continua a negarle le risposte che cerca.
Decisa a scoprire dove si nasconda Belzenlok e a rimediare al danno che ha causato a Josu, Liliana mette in piedi un piano assieme a Gideon, arrivando persino a chiedere l’aiuto della Chiesa di Serra che combatte la Cabala in quel luogo. Per distruggere Josu dovrà portarlo nel Maniero Vess, l’unico luogo in cui la magia di dissoluzione che dovrà donargli l’eterno riposo funzionerà. Curiosamente, Gideon decide di aiutarla, non solo perché sa di aver bisogno di lei per distruggere Bolas in futuro, ma anche e soprattutto perché sa che, una volta distrutto Belzenlok, Dominaria sarà al sicuro dalla Cabala, e lui avrà salvato un altro mondo assieme ai Guardiani. In questo modo potrà convincere Chandra e Nissa a tornare, mostrando loro che lo scopo originale del gruppo è stato mantenuto, e che Liliana può essere utilizzata come arma una volta che sarà libera dal patto coi demoni.
Gideon mette in piedi un piano abbastanza buono, che si compone di diverse parti: inizialmente lui e Liliana dovranno radunare le forze dei serriani guidate da Rael, Angelo della Battaglia e Protettrice di Caligo, al Maniero Vess per costringere Josu ad attaccarle, dopodiché, mentre la necromante si preparerà per distruggere il lich, il guerriero di Theros si farà incantare da un’illusione operata dal giovane mago tolariano Corin per infiltrarsi tra le forze del nemico, attirare le ombre terrificanti lontano dal campo di battaglia, e dividere i ranghi, permettendo così alle forze di Rael di sopraffare i seguaci di Josu. Il piano di infiltrazione non va nel verso giusto, e una magia di Dementia rivela la vera identità di Gideon, costringendolo ad attaccare e a fuggire, fortunatamente inseguito dalle ombre. Sfruttando la scarsa intelligenza di queste creature, Gideon riesce a fare fuori alcune delle streghe al seguito di Josu, e mentre la battaglia comincia, il lich viene attirato al Maniero dalla voce di Liliana, in grado di parlare alla sua mente non morta grazie alla necromanzia.
Il duello tra i Vess è molto breve, ma carico di tensione da ambo i lati. Josu lancia magie di Dementia contro la sorella, ma lei risponde velocemente attingendo al potere del Velo, assorbendo l’energia dei cadaveri vicini e scagliandolo contro il corpo del fratello. Ferita dal Velo e terribilmente indebolita, Liliana osserva il corpo del fratello decomporsi, finalmente libero dalla maledizione. Quando la planeswalker gli parla, dicendogli che finalmente la Maledizione dei Vess è finita, Josu risponde con odio, affermando che la maledizione sia lei. E’ stata lei a trasformarlo in un non morto, ed è a causa di quell’unico incantesimo che l’intera famiglia è andata distrutta. Il loro padre è morto per finire il figlio maledetto, la loro madre è morta durante un viaggio per cercare una cura per la sua condizione e per ritrovare la figlia scomparsa (nella Dominaria devastata dalle Fenditure e nell’Aerona invasa da tramutanti e saprolingi, sopravvivere ad un viaggio senza meta era praticamente impossibile) e tutti gli altri loro parenti (sorelle, cugini e zii) sono morti nel tentativo di ucciderlo. Tutte queste morti sono avvenute per colpa sua, ed è dunque lei la maledizione dei Vess. Concluso il discorso, Josu si dissolve, e Liliana, in stato di shock, viene raggiunta da Gideon, al quale promette di fare irruzione nella Fortezza e vendicarsi del ruolo avuto da Belzenlok in tutta questa storia.

Beh non c’è male come inizio, e sospettiamo che questo ciclo di racconti riserveranno scenari del tutto inaspettati ed epici!
Restate sintonizzati per la seconda parte, a presto!

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